La traduzione letteraria

romanzi per i quali è richiesta la traduzione letteraria

L’arte della traduzione letteraria

Quando dico di lavorare come traduttrice, capita che qualcuno mi chieda: “Ma allora traduci i romanzi?”. E io rispondo sempre un sonoro “No!”, perché quello dell’editoria è un campo estremamente specifico dove servono competenze che io, semplicemente, non possiedo. La traduzione letteraria è in effetti una forma d’arte affascinante e complessa: la trasposizione di romanzi e poesie da una lingua all’altra, preservando il significato, lo stile e l’anima dell’originale.

La sottigliezza della parola

Più che negli altri settori, la traduzione letteraria richiede un approccio sensibile e attento alle sfumature linguistiche e culturali. Ogni lingua presenta peculiarità, giochi di parole e connotazioni che possono risultare difficili da trasporre senza perdere parte del significato. Il traduttore letterario è un artigiano linguistico che lavora con maestria per interpretare l’opera originale e a ricrearla in modo che mantenga il suo impatto emotivo e artistico, senza intaccarne l’anima. Questo richiede spesso la ricerca di soluzioni creative per esprimere concetti intraducibili o per catturare le sfumature linguistiche in modo originale.

Lo stile

La sfida non si ferma alla comprensione del significato delle parole. Conservare lo stile dell’autore è altrettanto cruciale: ogni scrittore ha un modo unico di esprimersi, una voce distintiva che permea le sue opere. Il traduttore deve cercare di catturare questa voce e riprodurla in un modo che risuoni altrettanto autenticamente nella lingua di destinazione. Deve pertanto conoscere il contesto di riferimento, la caratterizzazione dei personaggi e la dinamica dell’intreccio. L’obiettivo è mantenere intatta la bellezza del testo, che include anche le costruzioni sintattiche, i livelli di narrazione e persino la fonetica.

La cultura come sfondo

Le opere letterarie sono spesso radicate nella cultura da cui provengono. Riferimenti, modi di dire e peculiarità locali possono rappresentare ostacoli significativi per il traduttore che deve riuscire a “renderli” autenticamente, ma adattando l’opera in modo che risuoni in modo significativo con il nuovo pubblico. Basti pensare ai libri della saga di Harry Potter, ricchi di termini inventati, giochi di parole e significati allusivi dei nomi di molti personaggi, cibi e luoghi.

Studio ed esperienza

Un buon traduttore letterario ha studiato molto e ha sempre alle spalle grande esperienza. Vi invito ad approfondire il profilo di Yasmina Melaouah, che è stata mia docente alla Scuola Superiore per Interpreti e Traduttori, in questa intervista. Vi farete un’idea del fascino e della fatica di una professionane fondamentale per tutti noi visto che, come ricorda la traduttrice Edith Grossman: “L’unica alternativa per i lettori monoglotti sarebbe l’impossibilità di avvicinarsi ai grandi capolavori delle letterature straniere. E questo, per chi ama la letteratura e la lettura in generale, è impensabile”.

I commenti sono chiusi.